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È nel 1820 che un decreto regio pone fine alla risicoltura del Sud Italia. Risaie che furono impiantate, secondo la leggenda, da Alfonso di Aragona dopo la conquista del Regno di Napoli (1443). I soldati spagnoli iniziarono a coltivare il cereale nelle paludi formate dalle esondazioni del fiume Sele. Era un riso così
pregiato da essere mangiato a corte e da ispirare scrittori, poeti e gastronomi.
Oggi, dopo 200 anni, il riso al Sud Italia è
tornato. Agendo con tecniche più innovative ed eco-sostenibili, Hera nei Campi attua un Patto che coinvolge i Risicoltori del Sud e l’Università degli Studi di Napoli Federico II.
Insieme presentano una novità nel mondo del
riso: il chicco MAGNUM.
Il clima e la temperatura della zona di coltivazione influenzano la crescita delle piante di riso e la grandezza dei chicchi delle spighe. Se le attuali coltivazioni di riso italiane costituiscono la zona più a nord del mondo dove si coltiva riso, vien da sé che con condizioni meteorologiche più favorevoli, le stesse varietà hanno una resa diversa, la differenza più evidente infatti è la grandezza dei chicchi.