Buyers Select:
Gessica Guidi
(Guidi Marcello, Stati Uniti)
Editoriale
Edizione 15
26.03.2022
La redazione di “Food&Wine Italia” cura la serie editoriale Buyers Select, che dà la parola ai buyers internazionali che lavorano per promuovere la cultura culinaria italiana e i suoi prodotti di alta qualità all'estero. In queste interviste, i principali protagonisti della community internazionale di Taste condivideranno passioni, racconti e riflessioni, per fare il punto sul futuro del mercato enogastronomico e per scoprire, in anteprima, le aziende più interessanti presenti in Fortezza e su Pitti Connect.
Gessica Guidi è cresciuta a Santa Monica, l’icona dei lidi californiani, nel continente dove la cultura mainstream è riuscita ad “americanizzare” alcuni primi che strappano un sorriso agli italiani, dagli Spaghetti and meatballs ai Maccaroni and cheese. Eppure il suo babbo Marco non le ha mai nascosto la bontà della ribollita o della torta d’erbi nonostante i Guidi abbiano lasciato Lucca nel lontano 1945, ben due generazioni prima della sua. Oggi la Guidi Marcello Ltd. è una robusta azienda italiana di importazione e distribuzione all'ingrosso che si occupa, tra i tanti prodotti, di acqua minerale, vino e birra, oli extravergini di oliva regionali e aceti, pomodori San Marzano, formaggi e salumi, pasta e biscotti, senza perdere di vista le tendenze del momento.

www.guidimarcello.com
Quali i 5 espositori più interessanti per voi presenti a Taste? Perché? Potreste dare un breve commento per ognuno?
Non mi è facile rispondere a questa domanda. Ce ne sono troppi. La cosa più importante per noi, e’ il rapporto con le persone che gestiscono le aziende. Se proprio devo sceglierne cinque ecco le mie segnalazioni: Pastificio Agricolo ManciniFratelli LunardiSalcis - Savini - Sgambelluri
Quando è nata la vostra impresa? Come ne descriverebbe l’attività oggi?
Nel 1959, in Etiopia, dove mio padre Marco Guidi a 19 anni rimase orfano del suo, Marcello, e fu costretto a mandare avanti l’attività per mantenere la mamma e gli altri due piccoli fratelli di appena 8 e 2 anni. Nel periodo seguente l’azienda è cresciuta molto arrivando a importare noti marchi italiani. Nel 1976, con la rivoluzione in Etiopia, mio padre decise di trasferirsi in California, precisamente a Los Angeles, dove la cultura del mangiare bene era ancora indietro anni luce. All’epoca si trovavano solamente ristoranti italiani che servivano piatti stereotipati e per nulla autentici, come Spaghetti and meatballs, Maccaroni and cheese e le famigerate Fettuccine Alfredo. Ha avviato la propria attività scegliendo un magazzino strategico, arieggiato dalla brezza marina di Santa Monica, dove per primo ha iniziato a importare vino bianco siciliano nelle grandi bottiglie da un litro e mezzo.
Chi è il vostro cliente tipo? L’attività è orientata maggiormente al B2B o al B2C
In primis, abbiamo venduto all’ingrosso e ai ristoranti, poi ci siamo ramificati entrando nel giro delle botteghe gourmet, fino ad aprire un negozio all’interno della nostra azienda dove organizziamo catering e soddisfiamo le esigenze di chef e privati. Clienti che arrivano da noi grazie al passaparola.
Com’è cambiata la visione della cucina italiana e dei suoi prodotti all’estero? In cosa si distinguono da quelli locali?
Mi piace pensare che siamo stati pionieri nell’importare molte tipicità italiane, sebbene non tutto sia stato sempre indovinato. Ritengo che, a partire dagli anni ‘80, il flusso degli immigranti italiani in USA sia aumentato così come la cultura del viaggio, che ha stimolato nei cittadini americani il desiderio di scoprire l’Italia. Naturalmente, il magico mondo di internet ha reso disponibili molti prodotti, abbattendo i confini e velocizzando le consegne. 
Qual è secondo voi un prodotto italiano ancora poco conosciuto nel vostro paese, che meriterebbe di essere introdotto?
I veri tortellini bolognesi. È molto difficile trovarli con la ricetta giusta qui negli USA e finora non è stato possibile importarli per via delle sanzioni sulle carni europee. Nella mia ideale lista metterei anche le olive ascolane e, essendo la mia famiglia di origine toscana, vorrei vedere sulle tavole più salumi di cinghiale, una vera prelibatezza.
Avete rilevato di recente un interesse particolare nei confronti del tema della sostenibilità, sia in termini ambientali/etici che economici?
È una questione globale e penso che ognuno di noi sia responsabile nel proprio piccolo, soprattutto per quanto riguarda l’impegno nella riduzione dell’inquinamento e dello spreco. A partire dal riciclo dei rifiuti fino al prendersi cura di un orto casalingo e, uscendo dalla dimensione food, preferendo il sapone solido ai dosatori di plastica. 
Il futuro del mercato enogastronomico: quali saranno a suo avviso i trend?
Percepisco un miglioramento nel mangiare e bere bene e sano. La cultura del vino, per esempio, è migliorata molto. Oggi chi si siede a tavola si informa e, non a caso, molti programmi televisivi sono nati proprio per rispondere a questa crescente curiosità.Ho notato con piacere che dietro al bancone dei bar non usano più mix già pronti e i bartender preferiscono aromi freschi e naturali per miscelare i loro cocktail.
Quali sono gli elementi distintivi e di valore di Taste rispetto ad altre manifestazioni? Qual è l'importanza di tornare a partecipare in presenza a eventi del genere?
Sono stata invitata alla prima edizione ormai più di dieci anni fa. Ricordo il mio entusiasmo nel conoscere tante aziende di nicchia, profili molto simili a quelli che trattiamo noi. Sembra quasi di partecipare a una caccia al tesoro. Sono sicura di ritrovare la stessa fiera che ricordo con molta nostalgia. Ogni manifestazione è diversa ed è importante per me sia scoprire nuove aziende che consolidare i rapporti con quelle che già amiche. 
“Posti del cuore” a Taste: qual è il vostro ristorante (o bar, bottega, enoteca, ecc.) preferito a Firenze?
Sono anni che non torno in città. Quando la frequentavo mi piaceva molto lo storico Procacci così come Caffè Gilli, poi il ristorante Baldovino, l’antica vineria I Fratellini e il mitico panino al lampredotto da passeggio del Trippaio del Porcellino.